Trevi nel Lazio è un comune di 1.825 abitanti della provincia di Frosinone.
Dal punto di congiunzione delle strade che portano agli Altipiani di Arcinazzo e a Jenne e Vallepietra, salendo una strada in parte scavata nella roccia si arriva all'abitato di Trevi nel Lazio. Lo straordinario ambiente naturale del suo territorio include, oltre ai suggestivi scenari dell'alta Valle dell'Aniene, ideali per la pesca e per le escursioni, il panoramico altopiano di Faito, la sorgente minerale della Suria, la grotta del Pertuso.
I primi insediamenti nella zona di Trevi si fanno risalire all'ultimo periodo del Paleolitico, come testimoniano reperti litici e faunistici. Anche numerosi resti di mura

poligonali, costruite per contrastare l'espansione dei Romani, attestano la presenza a Trevi del più importante presidio nella Valle dell'Aniene prima dei territori degli Ernici e dei Marsi.
La cittadina sorge intorno all'antica rocca innalzata dai Caetani, su un colle di oltre 800 metri di altitudine, vera fortezza strategica a guardia dell'alta valle del fiume Aniene. L'antico suo nome era "Treba Augusta", sotto il dominio romano, ma le sue origini sono molto più antiche. Inizialmente fece parte della confederazione degli Equi, popolazione italica confinante con gli Ernici ed i Marsi, dotati di cultura e tradizioni proprie, anche se tagliati fuori dalle correnti del traffico mediterraneo. Fu inevitabile la guerra con Roma, e Trevi fu ridotta a colonia romana con governo repubblicano, censori, decurioni, edili e foro. Il monumento di epoca antica di maggior rilievo è l'Arco di Trevi, ubicato presso la statale 411, al confine con il territorio di Guarcino e ritenuto da molti studiosi parte integrante di un acquedotto romano. Nella zona degli Altipiani, poi, sono ancora in corso scavi per riportare alla luce la struttura di una grande villa dell'epoca imperiale. Resti di mosaici sono stati rinvenuti anche nel centro storico. Nei secoli XII° e XIII° la lotta tra Papato e Impero fece sì che Trevi venisse affidata in feudo alle famiglie dei papi: i Conti e i Caetani. Il lungo periodo della signoria dei Caetani, fino al 1471, fu caratterizzato da rivolte, rapine e uccisioni per il malcontento generale dovuto alle misere condizioni in cui la comunità era costretta a vivere. Nel 1471 l'ultimo dei Caetani fu cacciato dalla cittadina a furor di popolo. Nel 1473 papa Sisto IV° legò il comune di Trevi alla giurisdizione temporale degli "abati commendatari" sublacensi e quindi la comunità trebana finì nella struttura politico-amministrativa dell'Abbazia di Subiaco. In questo periodo il pittore Desiderio di Subiaco eseguì gli affreschi della cappella di San Sebastiano nella Chiesa della Madonna del Riposo a Trevi. Nel 1534 Carlo Barberini donò alla comunità religiosa di Trevi l'urna che custodisce l'abito del Protettore, San Pietro Eremita. Nel XIX° secolo Trevi era tra i più importanti castelli dell'Abbazia di Subiaco per popolazione e per vastità di territori.